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Cultura ed elezioni politiche


cultura e prossime elezioni politiche

Più ci avviciniamo alla fatidica data del 4 Marzo più ci prende (o almeno mi prende) un senso di sconforto nel vedere il livello dei candidati dei vari schieramenti. Oramai le liste sono definite, e a parte poche eccezioni, si tratta dei soliti amici e fedelissimi dei vari capi partito. Il che non sarebbe scandaloso o deprimente se non fosse che i personaggi di cultura e di "spessore" latitano.

Non mi riferisco tanto alla cultura scientifica (qualche ricercatore o docente è stato ingaggiato), quanto a quella umanistica in generale e all'arte. Ho letto di un attore candidato nel Movimento 5 stelle che appare come una specie di mosca bianca nel panorama complessivo. Per il resto è buio assoluto. A dimostrazione del fatto che la Cultura con la C maiuscola non interessa le forze politiche se non come qualcosa di puramente coreografico. Ma questo già lo si sapeva.

Negli ultimi tempi si è registrata una certa attenzione verso i musei o siti famosi come quello di Pompei. Ma chi fa cultura, fuori dalla luce dei riflettori, si tratti di un artista, musicista, scrittore o insegnante, continua a sentirsi tagliato fuori.

Se da parte della politica c'è menefreghismo (verso la cultura), da parte di chi si occupa di arte e cultura c'è un atteggiamento di sospetto e sfiducia verso la politica il quale è esteso oramai ad ampi strati della società civile.

Il limite di fondo è l'assenza di valori forti e di ideali che da tempo non illumina la visione politica. Si naviga a vista. Si privilegiano interessi personali, vitalizi, rendite di comodo... Così che quando un politico parla di ideali e verità e giustizia non è più credibile. Il classico discorso di fine anno del Presidente non "scalda" più nessuno. La politica coinvolge solo pochi idealisti irriducibili o volponi di lungo pelo. E di conseguenza l'assenteismo ha raggiunto livelli allucinanti (a cui gli stessi politici si sono oramai assuefatti).

Che fare dunque? La strada che resta da percorrere a chi fa cultura (fuori dai riflettori della notorietà) è di agire come soggetti politici consapevoli, senza grandi illusioni forse ma almeno con un minimo di fiducia nelle proprie capacità e senza lasciarsi strumentalizzare. Continuare a percorrere a passo lento ma deciso il cammino dell'onestà intellettuale. Produrre qualcosa di artisticamente dignitoso che sia di stimolo alla collettività, per quanto essa possa essere limitata ad un ristretto giro di amici e conoscenti.

Insomma non lasciarsi sopraffare dallo scoramento (di fronte al triste spettacolo della politica). Così opporre il senso del Bello a quello del Potere (piccolo e ottuso) è già molto. Anzi per un artista dei giorni nostri direi che è un'impresa.

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