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Personale di Ernesto Colombo a Spazio Intelvi 11 di Dizzasco Como

  • Immagine del redattore: Paolo Avanzi
    Paolo Avanzi
  • 14 gen 2017
  • Tempo di lettura: 2 min

Mostra Personale: Guerrieri postmoderni

Artista: Ernesto Colombo

Curatore: Paolo Avanzi

Sede: Spazio Intelvi 11

Luogo Via Valle Intelvi 8 - Dizzasco - loc. Muronico (Como)

Per info:

- Cell. 3401066977

- Web: www.spaziointelvi11.com

- email: spaziointelvi11@yahoo.com

Durata: 21 Gennaio - 4 Febbraio 2017

Genere: Pittura, arte contemporanea.

Orari: sabato ore 16.00 – 18.30 o su appuntamento

Ingresso: libero

ABSTRACT

Mostra personale dedicata alle opere di Ernesto Colombo artista, designer, scultore e architetto, noto per i suoi guerrieri dall’inconfondibile struttura arcaica e futuristica allo stesso tempo.

TESTO.

Lo Spazio Intelvi 11 è una location ricavata all'interno di un edificio risalente al ‘700 nel borgo di Muronico, a meno di un chilometro da Argegno, sulla sponda occidentale del lago di Como.

In esposizione una significativa selezione delle opere grafiche e pittoriche di Ernesto Colombo, artista monzese a tutto tondo. Ernesto Colombo è infatti curatore di eventi artistici, in quanto titolare della Weart Gallery di Uboldo, spazio che ha ospitato negli ultimi anni migliori talenti artistici del Nord Italia con una apertura anche al panorama europeo.

Egli è anche architetto e designer, oltre che artista di rilievo. Ed in effetti questo orientamento al design è chiaramente percepibile nelle sue opere grafiche dove l’aspetto bidimensionale assume uno spessore scultoreo se non architettonico.

Le opere esposte sono emblematiche della sua produzione artistica recente. Sculture tracciate sulla carta che traggono spunto da un lato da suggestioni di tipo arcaico e dall’altro lato da visioni fantascientifiche alla “Star wars”.

Si tratta soprattutto di modelli di guerrieri che assumendo in sé queste due componenti (primitiva e futuristica) si caricano di un senso di selvaggia contemporaneità che richiamano lo spirito bellico di certe bande metropolitane più avvezze allo smartphone che non ad armi vere e proprie.

Viene da pensare ad icone di una cultura in bilico fra età della pietra e civiltà post-atomica, ma spogliati della bruta fisicità che appare sublimata in una bellicosità di tipo cerebrale. La forza di questi modelli guerreschi sta soprattutto nella loro carica simbolica che riesce a coniugare antico e post-moderno orientandoci ad una riflessione disincantata e amara al tempo stesso sulla inevitabilità dell’istinto distruttivo dell’uomo destinato a persistere al di là di ogni appello alla pacifica convivenza.

Ma la riflessione dell’artista va comunque oltre la pura esibizione di questa aggressività stereotipata, e ce ne fa intuire i limiti. Dietro infatti questo spirito guerriero, appare percepibile la fragilità di questi modelli, che si può desumere dal loro impianto quasi caricaturale. Un’operazione non molto dissimile da quella operata da Enrico Baj con le sue figure militaresche ridotte a feticcio del potere.

La consapevolezza della inevitabilità di certi istinti primordiali si coniuga quindi con l’idea della loro precarietà, che è in fondo quella dell’essere maschile nei riguardi di quello femminile (nell’apparenza più fragile ma nella sostanza più forte in quanto appunto generatore di vita).

In questo sta forse il maggior pregio della riflessione di Ernesto Colombo, quello di far emergere le contraddizioni, insite nell’uomo primordiale, rapportandole ad una visione futura che ne sancisce la precarietà esistenziale.

Paolo Avanzi

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